Regione: Abruzzo
Area: Gran Sasso
Percorso : asfalto Km 80,95
Giorni : 1
Difficoltà: media
Nel mese di Giugno del 2003 abbiamo intrapreso un nuovo viaggio.
La zona riguarda la regione Abruzzo e precisamente il Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, il quale con una superficie di quasi 150.000 ettari è il più esteso dei parchi abruzzesi.
Il cuore del parco è indubbiamente costituito dall’imponente massiccio montuoso del Gran Sasso che, con la cima del Corno Grande, raggiunge la rispettabile altezza di 2912 metri costituendo così la massima elevazione dell’Appennino.
Ma tutta la catena del Gran Sasso possiede caratteristiche da record: infatti qui è presente il Ghiacciaio del Calderone, l’unico ghiacciaio di tutto l’Appennino e il più meridionale d’Europa, mentre Campo Imperatore, con una lunghezza di oltre 20 km, è il più esteso altopiano dell’Appennino; ancora, il paese di Rocca Calascio, posto proprio ai margini di Campo Imperatore e situato a quasi 1500 metri di quota, è uno dei più elevati della catena appenninica.
Il giro è alla portata di tutti si consiglia sempre un buon allenamento.
Inizialmente l’itinerario aveva come base Fonte Cerreto:
Il primo giorno da Fonte Cerreto si saliva (strada normale) fino al rifugio Duca degli Abruzzi 2130 s.l.m.si lasciava il rifugio e iniziava la parte di sterrato passando dal Sella di M.te Acquila per poi attraversare il rifugio Garibaldi 2238 s.l.m, Prati di Tivo direzione Pietracamela, qui ci si fermava per la notte.
Il secondo giorno l’itinerario prevedeva il rientro a Fonte Cerreto passando per il lago di Campotosto percorrendo il valico Capannelle.
A causa della neve il passaggio tra il Corno Piccolo e il Corno Grande era impraticabile costringendoci a modificare l’itinerario.
Primo giorno Fonte Cerreto – Gran sasso
Siamo arrivati a Fonte Cerreto alla sera e abbiamo passato la notte in uno dei due Hotel ai piedi della funivia (nel periodo in questione la prenotazione si può fare qualche giorno prima). Al mattino di buon ora, dopo aver preparato le montain bike, siamo partiti direzione Campo Imperatore, la giornata fredda ma serena.
Dopo pochi kilometri l’imponenza della piana si è mostrata in tutto il suo splendore, è uno spazio immenso di prati e pascoli, una fossa tettonica di sprofondamento occupata nel Pleistocene da un lago, lunga circa 26 km, larga 7, ha una quota media di 1800 metri.
La strada si presenta con una pendenza costante ma dolce, si apre lentamente il panorama magnifico dei Monti della Laga ancora in alcune parti innevati. Sullo sfondo ci appare grandioso il Corno Grande. La giornata grazie al sole riscalda l’aria, ci avviciniamo al rifugio ed è una meraviglia, possiamo toccare la neve a Giugno. Siamo al rifugio per l’ora di pranzo.
Ci fermiamo a mangiare e qui abbiamo le prime informazioni sulla situazione del passo, ci avvertono che il rifugio Garibaldi è coperto dalla neve e che è pericoloso avventurarci con le mountain bike con la neve. Nel frattempo il tempo peggiora costringendoci a rivedere il percorso. Si decide di tornare alla base seguendo un altro itinerario la direzione è Santo Stefano di Sassano.
Il Ritorno è ricco di sorprese, il cielo è grigio e una fitta pioggia fredda ci bagna completamente, i pascoli sembrano innevati ma ben presto ci accorgiamo che è grandine. Fortunatamente la nostra direzione ci allontana dal temporale e ci permette di continuare il viaggio.
Intravediamo un bellissimo insediamento è Santo Stefano di Sessanio, borgo formatosi intorno alla fine dell’XI secolo fece parte dell’antica Baronia di Carapelle fino all’inizio del XVIII secolo, allorchè entrò in possesso del re di Napoli.
Entriamo nel borgo è caratterizzato da strette viuzze e suggestive case di pietra (molte delle quali quattrocentesche). Tra le case spicca la celebre torre cilindrica trecentesca; da ricordare, inoltre, la bella chiesa parrocchiale di S. Stefano (XV secolo), con una statua in terracotta della Madonna, e il santuario seicentesco della Madonna delle Grazie.
Lasciamo il Borgo e prediamo un sentiero, si pare ai nostri occhi una vallata ai cui lati vediamo sulla destra il monte Cappellone 1157 e sulla sinistra il Monte della Selva al centro lo sterrato da percorrere.
Dopo pochi kilometri lo sterrato si restringe fino a sparire da li in poi abbiamo fatto affidamento al nostro senso dell’orientamento, in quanto i sentieri indicati dalla nostra cartina non avevano un riscontro sul territorio.
Dopo una serie di scollinamenti ecco che vediamo la strada principale che ci porta alla base.
La sera abbiamo radunato i bagagli e siamo trasferiti in macchina a Poggio Cancelli nei pressi del lago Campotosto. La pensione scelta la consigliamo per l’abbondante e buon cibo, attenzione alla locandiera “mordace”.
La mattina del secondo giorno visto i cambiamenti causa tempo abbiamo deciso di fare il giro del lago. Il lago di Campotosto è un bacino artificiale creato negli anni Quaranta per scopi idroelettrici in un pianoro torboso d’alta quota, residuo di un precedente lago preistorico. Consigliamo il posto scelto “per caso” per il pranzo. Il paese è Campotosto e la trattoria si chiama la Botte. Non fatevi ingannare dall’aria dimessa del locale si mangia molto bene il vino è ottimo, qualità prezzo è da 5 stelle .
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