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Due giorni in bicicletta tra le colline del Chianti

13 Marzo 2020 No Comments

L’itinerario di questo viaggio si snoda tra una delle più belle e famose zone del mondo, le colline del Chianti fu realizzato nel 2001

Il nostro giro è alla portata di tutti consigliamo un pò di allenamento, per poter percorrere senza eccessive difficoltà anche i tratti di sentiero CAI.
Abbiamo suddiviso il percorso in due giornate coprendo una distanza di circa 120 km

Il nostro punto di partenza è Greve in Chianti da dove abbiamo preso la direzione per Castellina in Chianti. Già in questo primo tratto si pregustano quelle che sono le colline del Chianti, morbide e languide, le troviamo dipinte nei quadri di Siena e Firenze, che fanno da sfondo a una madonna o ad un santo.

Accanto alla torre, troviamo la Chiesa del SS. Salvatore di origine cinquecentesca, ricca di tesori come l’ affresco staccato della Madonna del Trono attribuito a Bicci di Lorenzo (1373-1452).

Prima di lasciare il paese abbiamo inforcato la VIA DELLE VOLTE, suggestivo percorso coperto lungo le mura est, che era uno Spazio pubblico di origine arcaica con funzioni sacrali e di sicurezza militare.

Da Castellina in Chianti a Radda in Chianti la strada è in falsopiano.
Radda in Chianti é un antico borgo nel cuore delle colline del Chianti, posto nel cuore della Toscana ad un’altezza di 535 mt.s.l.m. Già abitata in epoca etrusca, nel medioevo la zona risentì delle aspre contese fra Siena e Firenze, che videro Radda subire gravi devastazioni in seguito all’invasione delle truppe senesi. Del periodo medievale il borgo conserva la struttura e alcune costruzioni tra cui torri, tratti di mura, la chiesa di San Niccolò e il palazzo del Podestà.

All’imbocco di Radda si gira per Lecchi scendendo per 2 km. All’ennesimo ponte che segna il confine comunale, c’è una nuova impennata di circa 2,5 Km in mezzo al bosco . Passando per Lecchi e San Sano, due piccoli gioielli rurali e dove ci siamo fermati a mangiare, si va ad incrociare la ss.408 al ponte delle Granchiaie. Qui si trovano 3 km di pianura prima di risalire verso Monti e Brolio dove ci aspettano altri 4 km di salita per poi arrivare al Castello di Brolio.

Il nome Brolio deriva dalla tenuta selvosa di Broilo (da cui Brolio). Il castello fu realmente usato in epoca sia comunale e sia rinascimentale sempre in funzione anti senese con periodiche prese da parte di Siena e le puntuali riconquiste da parte di Firenze. Alla storia rimangono così la presa del 1252 e quella ben più nota del 1434 quando Antonio Petrucci fece prigionieri i Ricasoli e costrinse la Signoria di Firenze ad inviare Neri Capponi con un buon numero di armati per riportare “l’ordine”. All’interno del castello trovano posto il palazzo del barone (Ricasoli) con l’attiguo (sotto alle mura) giardino e la piccola cappella di famiglia.

Lasciato il castello si scende per quasi circa 3 km e poi si scala l’erta di Castagnoli, nuova discesa e siamo di fronte a un magnifico pugno di case che è Gaiole. Il paese presenta una struttura tipica degli antichi “mercatali”. Base militare dei Fiorentini, fu saccheggiata dalle truppe aragonesi e pontificie alleate con Siena. L’ospitalità delle due “ostesse” dell’albergo la Fonte del Cieco è stata impareggiabile per non parlare delle stanze che hanno un sapore tra l’antico e la freschezza dei fiori.

Nelle terre del Chianti alla ricerca di antichi borghi

La mattina del secondo giorno dopo un’abbondante colazione si lascia Gaiole e ci si “arrampica” verso Spaltenna per proseguire in direzione di Vertine, antico borgo con castello la cui esistenza è rivelata nei documenti con cui Villa (Wilma), madre del grande Marchese Ugo di Tuscia (Toscana), donava alla Badia di Marturi “in loco et finibus ubi dicitur Monte Milinaio prope Vertinule”. Successivamente il castello fu feudo dei Ricasoli sotto la bandiera della Repubblica di Firenze.


Il castello resistette con successo alle invasione Aragonese, evitando la distruzione del borgo fortificato. Delle antiche fortificazioni oggi restano le mura, il castello vero e proprio di Vertine (proprietà privata non visitabile), la chiesa di San Pietro, la bella torre di accesso ed un piccolo borgo interno composto da circa venti abitazioni.

Dopo aver percorso alcuni chilometri di sterrato si incrocia la strada che collega Radda a Badia a Coltibuono, svoltando a destra si raggiunge quest’ultima . Qui l’antichissima badia risale addirittura al 770 ad opera del fiorentino Geremia dei Firidolfi. Di questa primigenia badia (probabilmente dedicata a San Lorenzo) si sono perse le tracce. Della Badia attuale si hanno invece molte notizie in atti o vendite dal 1000 in avanti.

Da Badia a Coltibuono al 5km troviamo una deviazione per il sentiero Cai 00 con il quale si attraversa il parco Cavriglia. Dall’uscita dal parco si prende in direzione Badiaccia di Monte Muro e proseguendo si giunge giunge a Loculena, antico borgo medioevale, dove sulla strada abbiamo trovato ristoro alla locanda BORGO ANTICO.

Ritornando sui nostri passi per circa 1.5 km si prende un bivio a destra in ripida salita e dopo circa un altro chilometro e mezzo si intraprende di nuovo alla nostra sinistra il sentiero CAI 00 in direzione del castello di Lamole. Lungo il abbiamo visto dei bellissimi esemplari di orchidea scimmia (orchis simia) il fantastico paragone dei suoi fiori con la figura scimmiesca spiega il nome scientifico di questa orchidea. Il suo habitat sono le radure dei boschi montani, solo eccezionalmente a quote più basse e in alcune regioni è un esemplare protetto.

Dopo aver attraversato una sorta di altopiano a vegetazione bassa si intraprende un splendida discesa che porta fino a GREVE IN CHIANTI.

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